MINISTRI EUROPEI DELLA PESCA IMBOCCANO UNA STRADA SENZA USCITA PER IL FUTURO DEI PESCATORI E DEL MARE

Mentre tutte le parti dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) sono attualmente alla ricerca di un accordo multilaterale per il divieto di sussidi dannosi alla pesca che incoraggiano l’eccesso di capacità della flotta e la pesca eccessiva, il 15 ottobre ° i ministri europei della pesca hanno fatto un passo nella direzione opposta: durante una sessione del Consiglio hanno confermato la reintroduzione delle sovvenzioni dannose (vietata in Europa dal 2004) come parte della posizione espressa sul prossimo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

Ogni sei anni, le istituzioni europee rivedono il loro “quadro finanziario pluriennale”, il bilancio complessivo assegnato alle varie politiche europee. Tra queste il FEAMP è il fondo che assegna finanziamenti pubblici alla pesca, all’acquacoltura e alla protezione dell’ambiente marino. Il prossimo FEAMP per il periodo 2021-2027 avrà un bilancio di oltre 6 miliardi di euro e sarà quindi uno strumento chiave per determinare il futuro del mare e dei pescatori europei.

A giugno 2018 la Commissione europea ha pubblicato la sua proposta per il prossimo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Tutt’altro che perfetta, questa rappresentava tuttavia un passo nella giusta direzione per la transizione verso la pesca a basso impatto ambientale e ad alto valore sociale, in linea con l’impegno preso dall’Unione Europea di rispettare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, in particolare vietando le sovvenzioni dannose che incoraggiano l’eccesso di capacità della flotta e la pesca eccessiva entro il 2020, come prescritto dall’OSS 14.6.

Ma nell’aprile 2019 il precedente Parlamento hamesso a rischio i progressi compiuti dalla Commissione europea aggiungendo emendamenti disastrosi per reintrodurre sovvenzioni dannosi che consentono la costruzione di navi e l’ammodernamento della flotta, incrementando automaticamente la capacità di pesca. Questo tipo di sostegno economico è stato vietato dalle istituzioni europee nel 2004 per arrestare l’eccesso di capacità e la pesca eccessiva dato lo stato drammatico in cui versavano gli stock ittici dell’UE. Da allora sono stati registrati dei progressi, ma ancora il 41% e l’87% degli stock ittici europei, rispettivamente nell’Oceano Atlantico nord-orientale e nel Mar Mediterraneo, subiscono un eccesso di sfruttamento.

A giugno 2019 il Consiglio dell’Unione europea ha adottato la sua prima posizione sul prossimo FEAMP, spingendosi persino oltre il Parlamento: in particolare, riducendo le condizioni di ammissibilità per i sussidi dannosi e consentendo a tutte le navi fino a 24 metri (il 97% della flotta dell’UE) di qualificarsi, quando secondo la proposta della Commissione solo le navi di piccole dimensioni – meno di 12 metri – (86% della flotta UE) potrebbero beneficiare di alcuni fondi pubblici. Martedì 15 ottobre il Consiglio aveva la possibilità di modificare la sua posizione, nell’ambito di una riunione di tutti i ministri europei della pesca in una nuova sessione, tesa a completare e approvare la posizione definitiva sul prossimo FEAMP. Ma il Consiglio ha deciso di mantenere la sua posizione sui sussidi dannosi, tradendo l’impegno dell’Unione europea a rispettare gli OSS.

Il 12 novembre 2019 la commissione per la pesca del Parlamento europeo voterà per decidere se iniziare i negoziati di trilogo sulla base della posizione adottata dal Parlamento precedente. I negoziati di trilogo si svolgono a porte chiuse e si basano sull’approccio ufficiale di ciascuna delle tre istituzioni coinvolte (Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione europea).

Avviare i negoziati del trilogo sulla base di queste posizioni spaventose significherebbe mettersi su un piano inclinato. Adottare le modifiche proposte dal Parlamento europeo e dal Consiglio per il prossimo FEAMP rischierebbe infatti di compromettere pesantemente i negoziati in corso con l’OMC per raggiungere un accordo internazionale di divieto di sovvenzioni dannose a livello globale entro il 2020. Il tempo passa e l’Unione Europea non sta agendo.

Share :