Sussidi alla pesca: un cataclisma per l’oceano

Ieri, martedì 18 giugno 2019, il Consiglio Agripesca dell’Unione europea ha adottato il suo orientamento generale riguardo al prossimo Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP), che determinerà l’assegnazione di oltre 6 miliardi di euro di sovvenzioni pubbliche ai settori della pesca e dell’acquacoltura e alla protezione dell’ambiente marino per il periodo 2021-2027. La posizione del Consiglio incoraggia la distruzione degli ecosistemi marini e una cattiva gestione della pesca europea. Dopo vent’anni di sforzi profusi per vietare le sovvenzioni dannose entro il 2020, la comunità internazionale vede così crollare ogni speranza di avere un mare sano e produttivo. Anni e anni di trattative alle Nazioni Unite, a partire dal Summit della Terra del 1992 a Rio, e all’OMC, oltre a numerosissimi pareri di scienziati che invitano a vietare queste sovvenzioni dannose entro il 2020 sono stati spazzati via con un gesto della mano.

L’Italia ha svolto un ruolo importante in questa posizione: il governo ha stretto un’alleanza con la Francia e con la Spagna beffandosi degli impegni internazionali presi dall’Unione europea e proponendo di reintrodurre e mantenere gli aiuti più nefasti all’interno dell’Unione Europea, nonostante questa li avesse eliminati. L’Italia sta mettendo a repentaglio ogni possibilità di risolvere il problema della sovrapesca nel mondo. La posizione del Consiglio dell’Unione europea sarà esaminata attentamente dai nostri partner internazionali e svolgerà un ruolo determinante nel raggiungimento di un accordo multilaterale sull’unico rimedio universale per la sovrapesca: il divieto delle sovvenzioni dannose.

“Questa posizione del Consiglio, sostenuta dall’Italia, è scandalosa”, ribadisce Sabine Rosset, direttore di BLOOM, “la situazione sta precipitando tragicamente. Sappiamo benissimo che senza l’incentivo finanziario fornito dai fondi europei e internazionali, il problema dello sovrasfruttamento cronico sarebbe ampiamente risolto. Mi chiedo come sia possibile tornare indietro a questo punto, ignorando i numerosi pareri degli scienziati e la volontà dei membri dell’OMC che da vent’anni a questa parte stanno cercando di vietare queste sovvenzioni dannose? Il governo – nella più grande ipocrisia – è responsabile per il tradimento dell’Italia dell’impegno dell’Unione europea nei confronti della pesca sostenibile”.

Contro ogni previsione, la Commissione europea è contraria a questa decisione del Consiglio e auspicabilmente potrà far sentire la sua voce nel corso dei prossimi negoziati. Il Commissario europeo per la pesca Karmenu Vella ha ricordato al Consiglio i suoi doveri esortandolo ad agire con cautela: “Questa posizione può mettere a repentaglio la sostenibilità della pesca europea e la credibilità internazionale dell’Unione europea.

Spetta ora al Parlamento europeo decidere, in merito alle conseguenze della posizione dannosa adottata dal Consiglio, che intende avviare rapidamente le riunioni di trilogo. Due sono gli scenari possibili: il Parlamento europeo potrà ritenere che si possano avviare i negoziati di trilogo, oppure i parlamentari neoeletti decideranno che il processo deve iniziare su nuove basi, essendo stato il Parlamento precedente a negoziare l’attuale versione del regolamento.

I principali punti decisi dal Consiglio:

Diversi fattori destano particolare preoccupazione, tra cui la reintroduzione mascherata dell’aiuto alla costruzione per le navi di lunghezza inferiore a 24 metri (attualmente il 96% della flotta europea). L’obiettivo iniziale della Commissione era quello di aiutare un giovane pescatore artigianale (nave di lunghezza inferiore a 12 metri che utilizza reti da posta, lenze, trappole, reti fisse) per acquisire una prima barca usata, ma quest’idea si è frantumata di fronte alla pressione degli Stati membri e delle lobby della pesca industriale.

Il mantenimento degli aiuti per l’ammodernamento e per il cambiamento dei motori, e la rimozione da parte del Consiglio dell’obbligo di controllare fisicamente la potenza del motore da parte degli Stati membri incoraggia inoltre l’eccesso di capacità e la sovrapesca. Ciò è tanto più preoccupante in quanto una recente relazione della Commissione europea ha dimostrato che “la maggior parte degli Stati membri dispone di un sistema di verifica della [potenza motrice] inefficiente o di nessun sistema“. Le misurazioni effettuate dalla Commissione indicano inoltre che metà dei motori testati supera la potenza certificata. Il sostegno all’ammodernamento rivolto a tutte le navi di lunghezza inferiore a 24 metri aggraverà quindi il problema della sovraccapacità delle flotte pescherecce europee, tenuto conto che in alcune zone la capacità è già tre volte superiore a quella consentita da una pesca sostenibile. Inoltre circa il 40% e il 90% degli stock sono rispettivamente ancora sovrasfruttati nell’Atlantico nord-orientale e nel Mediterraneo.

Molti altri punti sono gravemente problematici: l’allentamento dei criteri per la cessazione permanente e temporanea dell’attività, la parte troppo piccola del Fondo destinata al controllo e alla gestione delle attività di pesca…In effetti, la posizione del Consiglio dell’Unione europea sarà esaminata dai nostri partner internazionali e risulterà determinante per il raggiungimento di un accordo multilaterale dell’OMC sull’unica cura universale per lo sovrasfruttamento: il divieto delle sovvenzioni dannose.

  • LA REAZIONE DEI CITTADINI:

Più di 4.500 cittadini hanno espresso la loro insoddisfazione per la posizione della Francia sul sito web di BLOOM: https://www.bloomassociation.org/consultation/

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