Countdown per il divieto della pesca elettrica

A un anno esatto dalla votazione del Parlamento europeo, il 16 gennaio 2018, i negoziati sulla pesca elettrica non hanno ancora portato al divieto europeo di questo metodo di pesca distruttivo. Meno di tre mesi prima dell’ultima sessione plenaria del Parlamento europeo (settimana del 15 aprile 2019) inizia quindi il conto alla rovescia per il raggiungimento di un accordo politico da approvare dal Parlamento prima che venga sciolto. Se il Parlamento non vincerà il caso nell’ambito della negoziazione a tre con il Consiglio e la Commissione, le discussioni saranno rimandate a data da destinarsi (almeno fino a dopo le elezioni europee e alla formazione di una nuova Commissione). Questo porterebbe alla morte economica dei pescatori artigianali in Francia, Belgio, Paesi Bassi e Gran Bretagna – i paesi che circondano il già depredato Mare del Nord meridionale – e a una serie di fallimenti nelle aree costiere causati da riduzioni drastiche delle catture.

L’urgenza sociale ed ecologica è tale che i pescatori artigianali francesi hanno indetto un raduno insieme ai loro omologhi spagnoli, italiani, belgi e britannici. Oggi alle 13:30 a Boulogne-sur-Mer si terrà la conferenza stampa congiunta organizzata da BLOOM. I pescatori chiederanno alle istituzioni europee di adottare senza ulteriori ritardi una proposta di compromesso presentata la scorsa settimana, che tenga conto delle difficoltà cui devono far fronte. Il testo di compromesso del deputato italiano e relatore ombra Rosa d’Amato propone un periodo ‘transitorio’ molto breve prima di un bando effettivo della pesca elettrica il 31 luglio 2019.

Il 5 dicembre 2018, l’eurodeputato spagnolo Gabriel Mato (PPE), relatore del regolamento “Misure tecniche” che comprende la pesca elettrica, ha proposto un compromesso chiaramente favorevole alle lobby olandesi. Anche se la pratica della pesca elettrica è attualmente limitata al solo Mare del Nord, i pescatori dell’Atlantico e del Mediterraneo sono preoccupati che si estenda anche alle loro acque. La pesca elettrica è radicalmente efficiente, al punto da distruggere le risorse biologiche e le piccole imprese di pesca familiari.

In quest’ultima fase della corsa, prima delle elezioni europee, la mobilitazione di pescatori e cittadini è cruciale per poter garantire il divieto della pesca elettrica. BLOOM chiede quindi ai cittadini di esercitare il loro potere di vigilanza sui responsabili delle politiche, in particolare la Commissione europea, attraverso un nuovo strumento, #iPolitics, che consente quotidianamente di interpellare i negoziatori e il loro senso di responsabilità.

> #iPolitics: un occhio dei cittadini sulle istituzioni europee. Una nuova piattaforma di BLOOM https://stopelectricfishing.org/action

I rappresentanti politici che gli italiani potranno interpellare ogni giorno sono gli eurodeputati Renata Briano, Marco Affronte e Rosa D’Amato, che partecipano ai negoziati in sede di trilogo riguardanti il regolamento “Misure tecniche”. Allo stato attuale delle cose, lo spagnolo Gabriel Mato, apertamente favorevole alle lobby della pesca industriale, ha assoluta libertà d’azione.

Per saperne di più

> Leggi le rivelazioni sullo scandalo della pesca elettrica in Europa

> Leggi il documento: “PESCA ELETTRICA: PERCHÉ VIETARLA

> A fronte del mancato riscontro da parte della Commissione Europe in seguito alla denuncia di BLOOM del 2 ottobre 2017 riguardo alle 70 licenze illegali accordate ai Paesi Bassi, BLOOM si è rivolta alla Mediatrice Europea denunicando la cattiva amministrazione. La mediatrice ha esortato la Commissione Europea a rispondere entro il 31 gennaio.

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